Storia del Carnevale di Paternò
Quando si parla del Carnevale di Paternò, il ricordo corre ai magnifici anni in cui veramente la festa connotava la città come uno dei luoghi della provincia di Catania, e non solo, dove si svolgeva il Carnevale più allegro di Sicilia! Nato nel 1868 per essere poi sospeso negli anni delle grandi guerre, il carnevale paternese vive, ininterrottamente, dal 6 gennaio del 1950, anno in cui fu ripristinato. Secondo soltanto ad Acireale, dove la festa carnascialesca ha assunto nel tempo la peculiarità specifica dei grandi carri allegorici e delle macchine infiorate, a Paternò si arrivava in massa con ogni mezzo e da ogni luogo, per divertirsi in sana allegria tra maschere e balli nelle piazze principali e a strata ritta. Una fiumana di gente invadeva allora la città che, da subito dopo l’Epifania, si trasformava in un’enorme pista da ballo. Vestita a festa per un mese, Paternò accoglieva i numerosissimi visitatori che facevano a gara per trovare un posto per il parcheggio, e nei bar (Platania, Grasso, Caserta, Manno…) si formavano file interminabili per le consumazioni, mentre i circoli cittadini facevano a gara per organizzare divertenti ed eleganti serate post ballo in piazza. Il carnevale veniva ufficialmente aperto da un trio, vere e proprie maschere caratteristiche dell’epoca: Luigi Tomaselli detto "avvucatu" in costume da marito, Barbaro Battiato Acidduzzu la moglie, Francesco Ottone Mamèu. Non vogliamo fare sterile dietrologia, ma come diceva un famoso personaggio televisivo, la domanda sorge spontanea: cosa è rimasto di quel carnevale? Scomparsa definitivamente intorno agli anni ‘80, per motivi di ordine pubblico, la tradizione dei balli pubblici nelle vie cittadine, il carnevale di Paternò, tra alti e bassi, è andato avanti grazie, soprattutto, alla volontà delle maestranze locali che , caparbiamente, ogni anno si ripropongono con le loro opere. Stiamo parlando dei Maestri Artigiani che, con grande maestria, tramandandosi passione e tecnica, con i loro carri allegorici, le macchine infiorate e i gruppi in maschera fanno rivivere ogni anno lo spirito del carnevale, festa per antonomasia dell’allegria e della spensieratezza ma anche della trasgressione. I carri allegorici, immensi monumenti di cartapesta, sono vere e proprie forme d’arte realizzate da maestri artigiani locali che concorrono, ogni anno, ai premi messi in palio dal Comune. Non si può fare a meno di ricordare carristi storici della Paternò passata come Santo Fallica, Liberato Castro, Vincenzo Di Martino, Giosuè Gulisano, Nino Caliò, Chiantello, Virgillito, Ronsivalle, il maestro ceramista Barbaro Messina, i quali si servivano anche dell’ opera di valenti artisti come Giuseppe Fallica Impallomeni, Giuseppe e Beniamino Carmeni, Giovanni Verna, Carmelo Navarria, Salvatore Gulisano, Giuseppe D'Ignoti, Adamo Impallomeni, Pietro Russo, e tanti altri ancora... Peculiarità di Paternò, oggi come ieri, sono anche le famose Macchine infiorate che regalano ogni anno un tocco di eleganza e vivacità alla tradizionale sfilata che, partendo dalla Villa Moncada, in un circuito classico che tocca le principali vie cittadine, si conclude a sera inoltrata in Piazza Indipendenza. Tra gli artigiani storici del fiore ricordiamo Antonino Asero, Gaetano Meci e Antonino Abate, ma anche validi artigiani dei giorni nostri quali, tra i tanti, Antonino Licciardello, Benedetto Abate, Tirenna, Statella, Accolla, ecc… Infine, tradizione consolidata è quella dei gruppi in maschera , con magnifici costumi e bravi figuranti che, instancabili, danno vita a festosi caroselli di suoni, danze e colori. Tra i realizzatori di queste vere e proprie spettacolari coreografie ricordiamo, tra gli altri, l’eclettico Gianni Rapisarda che con la sua passione e creatività ha sempre contribuito ad arricchire il carnevale della città con splendide performance, Santo Parisi, estroso e originale protagonista di tanti, indimenticabili carnevali e molti altri appassionati della festa più allegra dell’anno. È dietro le quinte del carnevale che cosa c’era? C’era, e c’è, un mondo creativo in fermento per mesi e mesi. Ma è soprattutto nelle ultime settimane che l’atmosfera si fa frenetica, che nei vari cantieri allestiti non si osservano più nè pranzi nè riposi canonici, ma si va allegramente avanti a panini o meglio, è proprio il caso di dirlo, a pane, amore e fantasia, anche fino a notte fonda! Sicuramente, ormai il Carnevale di Paternò, a differenza del passato, è più una festa da guardare che da vivere, ma che, almeno, sia un gran bel vedere, uno spettacolo per il cuore e per i sensi che regali vere emozioni, di quelle che fanno ritornare tutti un po’ bambini! Già dallo scorso anno, a sostegno dell’amministrazione comunale con, in prima persona, l’Assessore alla Cultura Gianfranco Romano, si è costituito un comitato carnascialesco, composto da esperti del settore, vere e proprie icone del carnevale paternese, tra i quali il già citato Santo Parisi e il direttore artistico Barbara Sava, che stanno cercando di attribuire una nuova, solida identità al carnevale, ricercando nel solco della tradizione, le soluzioni più originali ed idonee a far rivivere i fasti carnascialeschi della città, proprio per caratterizzare la festa e farne un’occasione per valorizzare il territorio. Purtroppo, quest’anno il carnevale sarà orfano della partecipazione delle scuole della città che, ormai da molti anni rappresentava una rilevante presenza della manifestazione. I motivi del rifiuto delle scuole all’invito dell’amministrazione comunale vanno ricercati nell’attuale, precario momento storico che stanno vivendo quasi tutte le istituzioni scolastiche della città in termini di problemi strutturali degli edifici scolastici, e quindi in questo caso si chiede la priorità ad interventi volti alla sicurezza , o ad attenzionare il problema della mensa e quant’altro. C’è d’aggiungere, come hanno fatto rilevare i Dirigenti Scolastici, che non si possono vessare le famiglie degli alunni chiedendo contributi anche per il Carnevale, vista l’esiguità delle somme messe a disposizione dal Comune, quando in questo momento sono impegnate a sostenere le spese sia per la mensa che per la piscina. Certamente un po’ amareggiato l’assessore alla Pubblica Istruzione Alfio Virgolini, ma comprensivo, infine, dell’attuale situazione denunciata dalle scuole che giustifica un dissenso così deciso e partecipato. Ma alla corte di Re Carnevale 2010 risultano grandi assenti anche i giganti di cartapesta: i carri allegorici, primi protagonisti di un passato sempre più lontano…. Lo kermesse continua con le macchine infiorate che ripropongono la poesia dei Cartoons e i gruppi in maschera in veste spaziale. Spettacoli musicali, con la partecipazione anche del maestro Gianni Mazza, arricchiscono il menù carnascialesco 2010.