Carnevale di Catanzaro e Soverato

In questa pagina trovate tutte le informazioni sul Carnevale di Catanzaro e Soverato. Programma e date, fotogallery, videogallery, la storia del Carnevale di Catanzaro e Soverato, link utili e contatti.


Programma del Carnevale di Catanzaro e Soverato 2019

Informazioni sul Carnevale di Catanzaro e Soverato 2019

Ultimo aggiornamento: non disponibile

Regione: Veneto
Comune: Catanzaro (CZ)
Sito del comune: http://www.comunecatanzaro.it
Sito ufficiale:
Pagina Facebook:

Foto del Carnevale di Catanzaro e Soverato

Video del Carnevale di Catanzaro e Soverato

Storia del Carnevale di Catanzaro e Soverato

Il Carnevale di Catanzaro definito dagli abitanti U Carnovala, veniva festeggiato con le maschere, soprattutto di bimbi con veglioni e balli in maschera organizzati dai circoli e spesso dal comune stesso. Grande era la partecipazione della gente in strada, specie sul corso principale, dove la circolazione era spesso difficoltosa e congestionata. Dai rioni popolari arrivavano nel centro i giovani mascherati con ciò che possedevano, in particolare uomini vestiti da donna e truccati abbondantemente, oppure vestiti da arabo avvolti in un lenzuolo e col viso tinto di nero, e donne vestite da uomo, con baffi e barbe, tinte dal sughero bruciato. Era molto diffuso, anche il lancio di confetti e di gesso e coriandoli o stelle filanti. Coriandoli e stelle filanti che venivano preparati artigianalmente molto tempo prima e venduti agli angoli delle strade in piccoli e grandi sacchetti con su scritti gli slogan di carnevale in dialetto calabro: scherzi d’amora ‘a menza lira ‘u coppi oppure il più classico ’a scarnovala ogni scerzu vala!. Ma nonostante questo, spesso si sentiva il rumore di qualche ceffone dato da qualche donna infastidita da pesanti e volgari apprezzamenti oppure da inopportune "carezze" (u passaggiu!"). Per diversi anni furono organizzati anche carri allegorici che ebbero grande successo. Sarà la maschera tipica di Catanzaro, Giangurgolo ad aprire la grande sfilata dei carri allegorici, sul lungomare cittadino. La kermesse Carnevale d’Amare, che a causa del maltempo ha subito diverse variazioni di programma, si concluderà con l’importante evento. E tutte le iniziative relative ai Bambini si svolgeranno la prossima domenica. Il Carnevale a Catanzaro ha tradizioni antiche che vanno riscoperte e rivalutate. Questa è l’intenzione dell’Assessore al Turismo, Roberto Talarico che sta rilanciando questa manifestazione. Partendo proprio dalla maschera catanzarese per eccellenza: "Era il 24 giugno 1596. Nel convento delle Suore di Santa Maria della Stella di Catanzaro nasce il personaggio Giangurgolo, ancora bambino ma che diverrà la maschera tipica della tradizione catanzarese. Il suo nome deriva da Giovanni, in onore del Santo del giorno del suo ritrovamento. Trascorre la sua infanzia presso il Convento dei Cappuccini del Monte dei Morti, dove un Padre, oltre all'educazione, tramanda al giovane anche l'abitudine della caccia. È proprio in una battuta che inizia la sua storia: nei boschi Giovanni cerca di salvare uno spagnolo che era stato aggredito e ferito da briganti; lo spagnolo riceve da lui tutte le cure possibili, ma spira, e fa di Giovanni il suo erede, consegnandogli le sue ricchezze ed una lettera che contiene il modo per salvare Catanzaro. Da questo momento, in onore del nobile spagnolo, Giovanni tramuta il suo nome in Alonso Pedro Juan Gurgolos (Giangurgolo). Egli inizia una sua personale lotta contro l'occupazione spagnola che in quegli anni si abbatteva su Catanzaro: Giangurgolo studia bene la strategia, organizzandosi con un carrozzone da teatro col quale, insieme ad alcuni suoi amici, propone spettacoli satirico - politici incitando alla rivolta il popolo catanzarese. Questo piano però fallisce quando le sue intenzioni vengono alla luce, e Giangurgolo viene condannato a morte. La scoperta delle sue origini nobili gli salva però la vita, costringendolo in ogni caso a rifugiarsi in Spagna. La sua permanenza in quei luoghi a lui estranei non dura a lungo, ed egli torna nella sua terra d'origine, dove la peste aveva colpito tutta la città. Al suo ritorno egli riesce a ritrovare il suo amico di teatro Marco, anch'esso malato, e per un abbraccio tra i due la peste viene trasmessa anche a Giangurgolo. La sua morte chiude il sipario della rappresentazione".

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